Il malessere di lavorare in banca

(…)  si stanca di lavorare per far guadagnare gli altri, non sopportando un ambiente dove a suo modo regnavano ipocrisia e compromessi. Il nuovo lavoro a scuola, come collaboratore scolastico, gli ha regalato l’opportunità di rinascere.(…) Lascia il posto fisso in banca per fare il collaboratore scolastico a scuola

Com’è vero!!! Come dargli torto?

Nulla di nuovo sotto il sole. Il lavoro in banca è sempre più fonte di malessere che accomuna chi si trova a lavorare nei gruppi bancari, soprattutto in quelli di grandi dimensioni, non a caso, da decenni, il bancario è uno dei maggiori consumatori di ansiolitici per stress lavoro correlato. Sempre più lavoratori anelano alla fuga con l’esodo (che è sicuramente la forma di uscita anticipata più indolore possibile). Non a tutti è permesso rimettersi in gioco quando si ha più di sessant’anni, una famiglia da gestire ed una sicurezza economica limitata.

Chapeau a questo ex bancario che ha deciso di rimettersi in gioco e fuggire da un ambiente lavorativo tossico. Un ambiente di lavoro caratterizzato da un clima di negatività; da nessun o quasi incoraggiamento da parte dei manager; da una mancanza di rispetto da parte dell’azienda è sicuramente tossico, e sempre più bancari definiscono così il proprio ambiente di lavoro; il tutto nell’indifferenza di chi è (o dovrebbe essere) deputato alla gestione del Personale (e qui ci aggiungo anche sindacalisti sempre più pròni ed indirizzati all’ottenimento del massimo risultato col minimo sforzo, ovvero il nulla cosmico).

In bocca al lupo quindi all’ex collega che ha scelto il rispetto verso se stesso come risposta al mancato rispetto aziendale.

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